Il potere delle parole, quando a pronunciarle è una delle persone più ricche del mondo, riesce a correlare azioni fra settori non complementari. Oppure no?
In queste settimane la questione Twitter è stato uno dei Trending Topic di giornali, social network, trasmissioni specializzate e su tutti i nostri devices ne abbiamo avuto qualche tipo di aggiornamento: da quando il CEO di Tesla si è interessato alla possibilità di rilevare l’azienda del famoso Social Network sì è sentito tutto ed il contrario di tutto.
I trader, si sa, sono assolutamente emotivi ed elaborano le informazioni riguardo i propri punti di vista e le proprie sensazioni ed è per questo motivo che ad un certo punto le azioni TSLA e TWTR sembrano aver cominciato a mostrare una correlazione (a volte addirittura inversa): al salire della prima si presentava la discesa dell’altra e viceversa. Ma è davvero così?
Chi è Elon Musk
Prima di entrare a capofitto nei grafici e comprendere se esiste davvero un qualche tipo di legame sui mercati finanziari fra le due aziende, è necessario un piccolo excursus su Elon Musk. L’imprenditore è attualmente:
- CEO di Tesla;
- CEO di SpaceX;
- Fondatore di The Boring Company;
- Co-fondatore di Neuralink e OpenAI
Dopo aver frequentato l’Università della Pennsylvania, nel 1995 fonda con suo fratello Kimbal la società Zip2, che sviluppava e vendeva guide cittadine online per giornali. Zip2 riuscì a stringere contratti con The New York Times e il Chicago Tribune, prima di essere venduta a Compaq per 307 milioni di dollari e 34 milioni di stock options nel febbraio 1999.
Appena un mese dopo la cessione di Zip2, a marzo 1999, Musk fonda una società di finanziamenti e pagamenti online chiamata X.com; dopo un anno questa dà origine a PayPal che verrà acquistata da eBay nel 2002 per 1.5 miliardi di dollari.
Nel giugno 2002 lo spirito imprenditoriale di Musk non si ferma e decide di spostare i suoi orizzonti molto lontano: fonda così la Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX) il cui obiettivo è quello di sviluppare un’architettura per il trasporto interplanetario di massa che sia totalmente riutilizzabile.
Ma il progetto per il quale è diventato riconoscibile agli occhi delle grandi masse è probabilmente Tesla, una multinazionale produttrice di veicoli elettrici e di pannelli solari. Uno dei modelli di autovetture, la Tesla Roadster, è stata addirittura portata nello spazio con il volo inaugurale del razzo Falcon Heavy nel febbraio 2018.
Twitter e Tesla
Twitter e Tesla sono due società che non presentavano, fino al secondo trimestre 2022, nessun punto di comune: la prima possiede un Social Network che ha avuto alti e bassi mentre la seconda, come abbiamo visto, è una multinazionale che produce autovetture elettriche e pannelli solari.
Nel marzo di quest’anno Musk ha cominciato a lanciare i primi sassolini contro il Social Network con sede a San Francisco. In un tweet si legge: “La libertà di parola è essenziale per il funzionamento di una democrazia. Credete che Twitter aderisca in maniera rigorosa a questo principio?”.
Questo succedeva il 25 marzo. Quali erano le conseguenze riportate da Twitter? Seppur trovandosi in un trend rialzista sin dal 14/3, come possiamo osservare dall’immagine sottostante, il movimento ribassista del giorno della dichiarazione di Musk ha avuto una grande forza, come evidenziato dall’ombra della candela: i trader rialzisti hanno provato a rispondere a questa spinta verso il basso ed è stata registrata una piccola performance negativa dello 0.57% rispetto alla giornata precedente.
Le parole hanno avuto un effetto immediato, quindi, sull’andamento grafico del Social Network: forse i trader probabilmente già temevano l’inserimento da parte del magnate nelle vicende della piattaforma di micro blogging?
E Tesla? L’azienda automobilistica ha continuato il suo trend rialzista di breve termine partito il 15/3, ma ne ha visto un leggero rallentamento. Forte del suo prezzo (vicino ai 1000 dollari per azione), il titolo non ha avuto grossi scossoni dovuti alle dichiarazioni. Il 28 marzo, oltretutto, il titolo ha aperto con un GAP rialzista di oltre il 5%.
Il 4 aprile si presenta un altro tassello della storia: Elon Musk compra il 9,2% delle azioni di Twitter, diventandone così azionista di maggioranza relativa. Nello stesso giorno propone la possibilità di intervento sui tweet passati già postati, in modo tale da poter modificare ciò che si è scritto nel passato. È inutile dire che, con questo acquisto massiccio, l’azione TWTR vola e il valore di apertura è incredibile: dai 39,31 dollari della chiusura precedente, il titolo presenta un GAP al rialzo del 21,78% a 47,87$.
Senza colpo ferire, chi possedeva un’azione Twitter grazie a Musk si è trovato nel conto corrente quasi 10 dollari in più.
Ad un movimento così violento, però, corrisponde una reazione altrettanto forte: le candele successive sono molto ampie, i volumi scambiati crescono in maniera esponenziale (si passa dai circa 12 milioni di scambi fino al primo aprile 1/4, agli oltre 269 milioni del 4 aprile) e nel giro di pochi giorni l’azione scende a 45 dollari.
Gli speculatori inizialmente non sembrano credere in questa mossa di Musk.
TSLA inizialmente non sembra curarsi troppo delle vicissitudini che accadono nei social: lo stesso giorno dell’acquisizione da parte di Musk del 9,2% di TWTR registra una performance positiva di oltre il 5% per poi effettuare un rimbalzo e perdere oltre il 9% nei giorni successivi (coincidenzialmente la quota posseduta da Musk in Twitter).
Dieci giorni dopo arriva la bomba che scuote i mercati: viene lanciata l’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) a Twitter per 43 miliardi di dollari (54,20 dollari per azione) per il restante valore non posseduto da lui.
Gli amministratori della società non sono contenti di questa mossa e preparano quelle che in gergo si chiamano “poison pills” (ossia azioni votate ad evitare che una sola persona possa acquisire la totalità delle azioni): nello specifico si tratta di opzioni riservate agli azionisti esistenti che riguardano riguardo la possibilità di acquistare un certo quantitativo di azioni ad un prezzo di favore.
TWTR reagisce con una candela ribassista che non presenta praticamente nessun ombra e con un gran numero di volumi scambiati, segno della grande forza che gli attori hanno messo in atto per trascinare i prezzi dalla propria parte.
TSLA presenta anch’essa una candela ribassista, ma per lo più piatta. Ma ora chi ha investito nell’azienda di automobili ora comincia a preoccuparsi. Gene Munster, managing partner della società di venture capital Loup Ventures è uno di questi: “Elon è distratto. Ha molte cose da fare. È coinvolto in molte attività diverse e questa operazione potrebbe generare un vento contrario della durata di qualche mese per le azioni della casa automobilistica”.
Musk non è interessato a ciò che il Board di Twitter vuole fare per difendersi e non cambia strategia: il 21 aprile l’OPA diventa ostile dato che il consiglio di amministrazione della società oggetto della scalata si pronuncia contrario all’offerta stessa; il proprietario di Tesla si è assicurato da diverse banche le risorse per finanziare l’operazione oltre alle proprie risorse.
Ed è qui che comincia a vedersi una correlazione inversa fra i due titoli: mentre TWTR presenta un rialzo del 13,60% in quattro giorni (con un GAP rialzista il 25/4), TSLA vede perdere il 18,45% del proprio valore nello stesso periodo di tempo (passando da 1074 dollari a circa 876).
I “capricci” di Musk ora fanno davvero preoccupare chi ha investito, e chi lavora, in Tesla.
Intanto continuano i cinguettii del proprietario di Tesla, ed il 27 aprile annuncia una rinascita liberale per Twitter: “Per fare in modo che Twitter riceva fiducia, deve essere politicamente neutrale: ciò significa far innervosire l’estremismo di destra e sinistra in modo uguale”
Queste nuove dichiarazioni, insieme alla volontà di voler riattivare l’account di Donald Trump (bannato dal Social Network per la pubblicazione di Fake News riguardanti la salute e non solo) hanno un effetto negativo sull’andamento dell’azione che, dopo un piccolo trend laterale, comincia un movimento ribassista.
A volte però anche le persone più ricche del mondo inciampano: il 12 maggio Musk scopre che Twitter “censura”. O meglio che anche su Twitter esistono i filtri e che l’algoritmo lavora in base a questi: è possibile visualizzare i tweet in ordine cronologico oppure in base a quelli che, secondo appunto l’algoritmo, possono essere i nostri interessi o le persone con le quali interagiamo di più. Anche queste parole, apparentemente innocenti, hanno un effetto sui trader.
Ma questo è solo un preambolo a quella che sembra essere l’inizio della fine.
Il giorno successivo avviene il colpo di scena: dopo aver chiesto al Board di Twitter di verificare il numero di account falsi (i cosiddetti bot), Musk non crede alla percentuale che gli viene presentata: secondo i suoi calcoli non è possibile che questi siano “solo” il 5% e mette l’affare in pausa.
L’effetto è devastante: TWTR perde oltre il 10% con un GAP down.
Da circa 45$ di valore dell’azione, questa passa a 40.40$.
TSLA, dopo una prima candela ribassista con delle ombre estese, invece non sembra avere nessuna reazione.
Entrambe le azioni ora presentano un trend laterale, ed i maligni vedono nelle parole di Musk due obiettivi:
- non concludere l’OPA;
- far crollare il valore di TWTR (e pare che abbia già venduto parte del 9% in suo possesso).
In tutto questo negli ultimi mesi Twitter ha perso oltre il 25% (dal massimo a 54,57$ del 4/4 al valore attuale di 40.10$ del 8/6) e Tesla oltre il 37% (dal massimo di 1152,87$ al valore attuale di 725,91$).
Aggiornamento del 5 ottobre 2022
Elon Musk torna a puntare forte su Twitter e avrebbe replicato l’offerta originale di 54,20 dollari per azione, portando così il totale dell’offerta a 44 miliardi di dollari.
Il rumor si è riflettuto immediatamente sull’azione e TWTR ha visto un decollo delle quotazioni che sono arrivate a toccare fino il 22% prima che il titolo venisse sospeso dal Nasdaq per evitare nuove speculazioni.
L’offerta è stata poi confermata da un portavoce di Twitter attraverso un comunicato in cui veniva ammesso il ricevimento della lettera e il suo contenuto: la trattativa sembra a un passo dalla conclusione dopo mesi di trattative, ripensamenti e speculazioni.
Come abbiamo visto in precedenza, si è potuta notare una curiosa correlazione inversa per TESLA nello stesso periodo temporale
Anche in questo caso, quindi, si conferma la ferma convinzione di chi ha investito e chi lavora in Tesla: l’acquisizione del Social Network da parte di Musk non è vista di buon occhio.